Betta simplex
Un’altro interessante Betta selvatico (o wild) è il Betta simplex, fa parte del complesso picta. E’ stato individuato per la prima volta in Thailandia, in prossimità di Krabi, presso una pozza di acqua cristallina dal colore turchese. È un incubatore orale in pericolo di estinzione.
Le femmine presentano un colore marrone con piccoli punti bianchi e neri sulla coda e sulla dorsale. L’anale è colorata di azzurrognolo all’estremità. Il maschio presenta colori più accesi, il corpo è marrone/rossastro mentre le branchie sono di un intenso blu/verde. L’anale e la caudale sono attraversate da due strisce blu e nere, punti bianchi ricoprono le pinne. Come per gli altri incubatori orali la testa del maschio è più massiccia rispetto alle femmine.
Il Betta simplex vive in acqua alcalina e molto dura, può quindi essere facilmente allevato nelle nostre acque di rubinetto opportunamente trattata ovviamente. Ha un temperamento docile (rispetto agli altri Betta) e si adatta molto bene in un acquario, ovviamente consigliato il monospecifico.
Per allevare un paio di coppie è sufficiente un acquario di circa 60-70 litri. I maschi non formano territori come molti altri Betta. L’acquario dovrebbe essere ben piantumato ed offrire sufficienti protezioni. La temperatura dell’acqua, che può essere anche leggermente mossa, deve essere compresa tra i 22° ed i 24°. Piante galleggianti ed acquario chiuso completano l’opera.
Dopo l’accoppiamento il maschio raccoglie le uova in bocca o le prende dalla femmina, poi le deposita in posto sicuro prima di riprenderle in bocca. Il territorio è difeso dalla femmina durante questo periodo. Dopo tre giorni le larve sgattaiolano fuori e vengono ricatturate dal padre che può schiacciarle. Alcuni giovani maschi possono irritarsi a causa di queste continue rincorse e possono essere indotti a mangiare le larve o a sputarle fuori precocemente.
I piccoli possono essere accresciuti con i consueti naupli d’artermia. Da quanto detto è evidente che non è facile ottenere Betta di questa varietà per l’allevamento in cattività, visto il pericolo che corre. Tuttavia se dovessero capitarvi soggetti di questa specie proveniente da allevamenti in cattività, certamente vi ritrovereste una grossa responsabilità, perchè allevare bene questo piccolo pescetto significa garantire la sua presenza nel delicato ecosistema Thailandese potendo produrre soggetti per un eventuale reintegrazione ed immissione di nuovi soggetti in natura.
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