Betta patoti
Il Betta patoti è un incubatore orale inserito nel complesso unimaculata distribuito prevalentemente nell’area del Borneo. L’ambiente tipico dove è endemico è rappresentato dal fiume Mangar circa 25 km dal porto di Balikpapan City, e nella provincia di East Kalimantan (Kalimantan Timur), sembra come riportano alcuni autori esperti che da queste aree si sposti verso nord nella zona di Kutai Kartanegara Regency .
Classificazione
Ordine: Perciformes
Famiglia: Osphronemidae
Distribuzione
Questi pesci presentano alcune varianti di colorazione in base al luogo di provenienza ed alle località dove sono rinvenuti. Ad esempio i Betta Patoti presenti nel Balikpapan presentano una colorazione del corpo nerastra mentre quelli più a nord più rossastra, mentre appare un iridescenza verdastra sul corpo dei soggetti raccolti nei pressi di Samarinda.

Caratteristiche & dimorfismo
Dimensioni all’incirca 9/10 cm
Dal corpo lungo e snello testa larga e grande smussata con larga e lunga mascella, una pinna caudale arrotondata, talvolta con i raggi mediani allungati, le pinne pelviche sono corte e filiformi, la pinna dorsale e anale sono relativamente appuntite.
Il dimorfismo del Betta patoti è quello tipico del genere, pinne più lunghe e colorazioni più intense sono riservate ai maschi. Un ulteriore dimorfismo è legato alla testa avendo il maschio un “capoccione“ più ampio rispetto alla femmina che conserva linee più “gentili “.

Vasca & layout
Viste le dimensioni, non certo ragguardevoli ma comunque medie sarà utile destinare ad una coppia di questi soggetti ad una vasca di non meno di 80 cm di lunghezza, come altre specie di Betta è consigliabile una vasca riservata alla specie, si possono inserire alcuni ciprinidi o gobidi presenti nei biotopi di questo pesce.
Acquari riccamente piantumati sono sempre consigliati per le specie Wild si potrebbero aggiungere Microsorum pteropus del Taxiphyllum e delle Cryptocoryne piante tutte endemiche delle aree che stiamo ricreando e non ultimo adatte ad ambienti scarsamente illuminati adatti a questo pesce. Si possono inserire radici e rami per creare zone ombreggiate e delimitare territori. Si trovano radici in commercio di ogni misura ma radici ben essiccate di faggio e rovere decorticate sono ottime alternative, aggiungiamo nascondigli creati con pezzi di tubi o vasi in argilla.
L’aggiunta di foglie di Katappa o anche di faggio e rovere oltre a ricreare un ambiente tipicamente wild e molto affine al biotopo che stiamo cercando di ricreare, apporterà importanti benefici ai nostri Betta, non ultimi oligoelementi e tannini graditissimi a questi pesci.
Visto il gradimento per una luce soffusa e fioca non sono da disdegnare l’inserimento in vasca di piante galleggianti che contribuiscono a creare questo effetto luminoso.
Il movimento dell’acqua dovrà essere molto lento, sarà sufficiente un filtro meccanico alimentato ad aria, la vasca sarà come per la stragrande maggioranza del genere Betta coperta lasciando uno spazio di aria tra il pelo dell’acqua e il coperchio dove si condenserà aria calda e umida adatta per la respirazione in superficie del Betta.
Valori dell’acqua:
Temperatura 21-27°C
pH da 4,00 a 7,00° preferendo valori acidi.
Durezza misurata in ppm da 0 a 178 o in GH<10.
Alimentazione
I Betta patoti, sono inclini all’obesità come molti Betta bisognerà prestare particolare attenzione alla loro alimentazione. Benché accetteranno in vasca degli alimenti secchi, non bisogna mai far mancare degli alimenti vivi o surgelati, così da poterlo ammirare in tutto il suo splendore. Occasionalmente un’integrazione di vitamine e verdure sbollentate completeranno la dieta di questo pesce che si nutre in natura sostanzialmente di insetti caduti accidentalmente in acqua. A tal proposito, si ricorda che soggetti adulti di buona dimensione non disdegnano la somministrazione occasionale di lombrichi.
Riproduzione
Quanto detto per la vasca adatta a questo pesce vale anche per la riproduzione ovviamente sarà preferibile che la vasca sia riservata loro. Alcuni allevatori preferiscono optare per vasche prive di fondo dove inseriscono nascondigli ed uno strato di foglie secche . La coppia si formerà generalmente naturalmente nella vasca di comunità, se tale coppia sarà individuata artificiosamente dall’allevatore, occhio all’aggressività tra maschio e femmina che potrebbe costare la vita uno dei due.
Il corteggiamento è sempre uno spettacolo dove il maschio si presenta con colori intensi e bocca spalancata di fronte alla femmina che se gradisce le avance del maschio si posizionerà su un fianco come a sottomettersi, a volte spalanca anche essa la bocca e le pinne in un movimento sinuoso ed invitante per il maschio, fino a culminare nel tipico abbraccio degli Anabantidi.

Quando vengono rilasciate le uova generalmente è la femmina che le raccoglie per poi sputarle nella bocca del maschio, quando queste saranno tutte in bocca del maschio, si ripete l’accoppiamento fin tanto che la femmina avrà uova a disposizione.
Il maschio si innervosisce facilmente pertanto molti allevatori preferiscono lasciare la femmina con il maschio piuttosto che lanciarsi in inseguimenti improbabili nella vasca di riproduzione che innervosirebbero il maschio che finirebbe per mangiare tutte le uova. Ovviamente anche la presenza della femmina può presentare dei rischi per le uova pertanto se le uova dovessero essere minacciate, sarà opportuno procedere comunque alla rimozione della femmina evitando il più possibile di innervosire il maschio.
Il rilascio degli avannotti
Dopo un periodo di incubazione di circa 12/17 giorni il maschio rilascerà gli avannotti completamente formati, questi avranno una dimensione di circa 5 mm ed accetteranno artemia , microworms fin da subito. L’ideale è somministrare più volte al giorno piccole quantità di cibo, variando tra i vari tipi di alimento a nostra disposizione. Si effettueranno dei cambi di acqua giornalieri di circa il 10% del volume complessivo della vasca d’allevamento, avendo cura di rimuovere tutti i residui alimentari dal fondo.
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Referenze:
- Weber, M. and L. F. de Beaufort, 1922 – E. J. Brill, Leiden. Fishes Indo-Australian Archipelago 4: i-xiii + 1-410
The fishes of the Indo-Australian Archipelago. IV. Heteromi, Solenichthyes, Synentognathi, Percesoces, Labyrinthici, Microcyprini. - Tan, H. H. and P. K. L. Ng, 2005 – Raffles Bulletin of Zoology Supplement (13): 43-99
The fighting fishes (Teleostei: Osphronemidae: Genus Betta) of Singapore, Malaysia and Brunei. - Witte, K.-E. and J. Schmidt, 1992 – Ichthyological Exploration of Freshwaters 2(4): 305-330
Betta brownorum, a new species of anabantoids (Teleostei: Belontiidae) from northwestern Borneo, with a key to the genus.