Betta Splendens Dragon
Se c’è un Betta halfmoon che accende più di ogni altro Betta spl la fantasia di tutti gli appassionati, questo è il il Betta splendens dragon. Vederlo nuotare sinuoso con la sua corazza splendente nelle nostre vasche asiatiche non ha davvero eguali.
Col termine di Betta “dragon” si identifica una varietà di Betta determinata dal colore del corpo, sembra quasi rivestire una corazza perlacea, il Dragon è quindi una colorazione che si può manifestare sia sul Halfmoon che sul Plakat ma anche sul Crowntail e sul Doubletail.
Noi di AMBI vogliamo raccontarvene la genesi e se vogliamo raccontare la storia del Betta dragon, non dobbiamo fare altro che raccontare una storia già scritta e riscritta, molte volte , forse decine, forse centinaia di volte. Perché questo è il bello della storia che tutti la possono raccontare. Allora la vogliamo raccontare anche noi, così come ci è apparsa lentamente nascosta tra le righe di vecchie riviste e di pagine web a beneficio di tutti i lettori che ci seguono e che vogliono conoscere “il drago “.
La storia
Cosi, si racconta che il primo che selezionò il gene drago metallico fu un Thailandese di nome Tea, all’incirca nel 2003. Nel corso di un anno riuscì a selezionare dei soggetti da show che avessero questa caratteristica metallica sul loro corpo aumentata e ovviamente anche un buon pinnaggio.
Così pare che verso la metà del 2004 Mr. Tea era abbastanza soddisfatto del suo lavoro da sentirsi pronto a presentarlo al grande pubblico . L’occasione propizia fu un evento chiamato “ COPA PRINCIPE 2004 “.
La manifestazione gli diede ragione. Infatti nel contesto di questo evento, un suo Plakat con la caratteristica “corazza” metallica anche se non definita e spessa così come la vediamo oggi sui dragon, stava per fare il suo esordio in uno show betta, dando il via alla quella catena di eventi che in breve tempo portò al Betta dragon che conosciamo oggi. Uno dei soggetti presentati stravinse nell’omonima categoria col nome di Plakat fantasy.
interfish
Successivamente, Mr. Tea da quanto si apprende, pare abbia venduto un intera deposizione di questo soggetto a un certo PICHET PLAISANGUN del gruppo Thailandese INTERFISH. Non molto tempo dopo la rivista FANCY FISH dedica un intero articolo a questi Betta metallici esaminandone la genetica e le origini, fu in questa occasione che lo stesso Pichet presento questi pesci con il nome di Red dragon.
Così già alla fine del 2004 il gruppo Thailandese di Interfish meditava di sviluppare un progetto intorno a questi Betta. Furono quindi acquistati nuovi soggetti dall’allevamento di Mr. Tea, circa 300. Le nascite di questi accoppiamenti furono identificati con il nome di Red dragon v2 (versione 2) in particolare pare attribuita a Mr. Somchat del gruppo Interfish il merito di aver aumentato la diffusione della tipica corazza dragon negli incroci successivi effettuati con i soggetti acquistati dall’allevamento di Mr. Tea. Il 2005 fu l’anno della consacrazione definitiva del Betta dragon che pose le fondamenta di tutti i draghi oggi in circolazione, quando questi comparirono all’AQUARAMA 2005, dove benché non vinsero alcun premio suscitarono grande interesse tra gli appassionati di tutto il mondo.
GENETICA
Nella nostra ricerca è stato interessante rilevare quali accoppiamenti hanno portato allo sviluppo della linea Dragon.
Mr. Tea pare abbia utilizzato nei suoi primi tentativi:
Un Plakat super red
Un Plakat Copper
È un Betta mahachai.
Benché pare, con notevole difficoltà, furono incrociati il Betta mahachai con il Pk cooper, questo con l’obiettivo di inserire nella linea i tratti del Mahachai. Successivamente un giovane maschio di questo incrocio fu a sua volta incrociato con una femmina pura Pk super red. Secondo il resoconto di INTERFISH i pochi piccoli nati in salute e senza malformazioni da questi ripetuti incroci che durarono anni, furono il mattone successivo al lavoro di Mr. Tea con cui si arrivo al Dragon.
Ribadiamo a questo punto un passaggio molto importante che potrebbe sfuggire nel corso della lettura di tali eventi nella rapida successione dello scorrere di un foglio di carta.
semplice ?
Quanto sopra descritto non fu per nulla semplice, già chi di noi ha esperienza di selezione, si rende conto di come non sia del tutto semplice mantenere la purezza in una linea di allevamento ben fissata, la selezione di una nuova linea descritta in pochi semplice passaggi sopra esposti ha richiesto un lungo lavoro ed un po’ di fortuna.
Tornando alla genetica, possiamo alla luce di quanto sopra esposto, dire con ragionevole certezza che:
Primo. I Betta Copper sono i portatori del gene metallico da cui provengono i Dragon.
La presenza massiccia del gene Pk ooper, sembra essere confermato dalla ricerca approfondita effettuata nel 2007 da Joep van Esch di Bettaterritory. Il quale in una serie di incroci di soggetti metallici ottenne diversi soggetti di base Copper.
Secondo. Come raccontato da INTERFISH i draghi V1 di Mr. Tea sono la base genetica da cui arrivarono i dragon nei successivi incroci effettuati da questo team tra la prole di soggetti acquistati da Mr Tea, senza ulteriori ibridazioni.
Geneticamente il gene dragon (quindi la corazza) è un gene recessivo o dominante ?
Ha questa domanda non è facile dare una risposta precisa. Perché il gene dragon si comporta come un gene co-dominante in quanto, in riferimento alla distribuzione della corazza e l’aumento della stessa, quanto si effettuano incroci di dragon x dragon su individui che quindi manifestano lo stesso gene, si comporta come un gene dominante aumentando via via nelle generazioni successive sia per intensità che per copertura.
giocando con i geni..
Tuttavia si comporta come un gene recessivo, quando questo viene incrociato senza una preventiva selezione. Ho potuto verificare personalmente questa caratteristica recessiva, quando a puro titolo di sperimentazione ho incrociato un maschio metallico con una femmina dragon, senza ottenere neppure un soggetto dragon nella covata che ne è scaturita.
Il fenotipo dragon benché è sempre associato con uno strato iridescente che copre la testa, la famosa maschera. In realtà è causata da un gene separato che opera almeno in linea teorica in maniera del tutto indipendente. Tuttavia da quando si è a conoscenza, oggi i draghi senza la maschera sono stati sviluppati solo su soggetti Marble, ma proprio in virtù della caratteristica genetica appena descritta è altamente probabile che in futuro si potranno osservare dei draghi senza maschera nelle future linee selettive.
Per concludere
Per concludere i pochi concetti di genetica appena riportati, se desideriamo selezionare delle linee dragon è bene che ciò avvenga in piena purezza. Inoltre definiremo alcuni altri aspetti importanti in riferimento alla selezione, qui di seguito mentre parleremo di
STANDARD
È definibile come dragon rosso un soggetto che abbia la sua base rossa e lo strato superiore delle squame, solo sul corpo testa inclusa, completamente e uniformemente ricoperta dalla tipica corazza bianco/argentea. Ad esclusione, rimarchiamo, delle pinne le quali debbono essere completamente rosse, altrimenti saranno riconosciute come un difetto nel contesto di uno show betta.
La corazza brillante bianco argento è una caratteristica peculiare esclusiva del dragon.
Pertanto soggetti che manifestassero le medesime caratteristiche del dragon evidenziando tuttavia una corazza metallica verde, blu o rame, per quanto bellissimi sono inclusi nello standard dei metallici e non del dragon.
Un altro difetto che si evidenzia spesso è la mancata copertura completa della testa o del basso ventre in soggetti dragon, questo sarà considerato un difetto nel contesto di uno show e quindi motivo di penalizzazione.
Tale caratteristica negativa potrà essere eliminata come sopra specificato con incroci successivi ottenuti in selezione nei nostri allevamenti.
Vale la pena ricordare
Vale la pena ricordare che l’intensità della corazza nei draghi aumenta con l’aumentare dell’età di questi, manifestandosi nella pienezza del suo splendore in età adulta. Questo ci sarà utile nel mentre sceglieremo i soggetti da tenere in allevamento per i successivi incroci.
A rigor di termine, quei soggetti che manifestano la tipica corazza bianco argenta con fondo verde/blu. Non dovrebbero essere classificati al momento come dragon, ma piuttosto come dei metallici Bicolor.
Questo perché, fermo restando quanto già espresso per la corazza, è risaputo che geneticamente, i geni responsabili del colore di fondo sono i melanofori, eritofori e xantofori rispettivamente responsabili dei pigmenti neri, rossi e gialli.
Pertanto sono oggi riconosciuti come dragon quei soggetti che manifestano, fermo restando come più volte ribadito , la corazza uniforme su tutto il corpo testa inclusa bianco argentea, fondo rosso, nero, giallo ovviamente choccolat, arancio o cambodian in quanto riconosciute come lavature dell’unico pigmento coinvolto nella colorazione di fondo.
Mentre il blu /verde per ovvi motivi saranno inclusi come detto nei bicolor, come già d’altronde avveniva prima dell’avvento dei dragon.
due mostri sacri della Bettofilia mondiale
Come rilevavano Victoria Stark, (la quale ha lavorato ad una propria selezione di metallici sulla falsa riga di quella di Mr.Tea, la cui corazza è tuttavia verde e non inclusa pertanto nei draghi, di fatto producendo una nuova varietà definita Armadillo) e Joep van Esch (che ha lavorato molto sulla selezione dei metallici studiando a fondo anche i processi che hanno portato al dragon)*:
Pochi oggi nella loro selezione di dragon si preoccupano del colore posto al disotto della corazza del dragon. Cosa alla quale tuttavia chi si accinge ad una selezione accurata di questa dovrà, prestare la dovuta attenzione.
In quanto se incrociamo un drago con fondo nero ed uno per esempio con fondo giallo, nella generazione che ne seguirà il corpo sarà multicolore, cosa alquanto deprecabile per chi ricerca la purezza genetica del dragon.
Se siete tra i tanti che si sono appassionati al dragon non mi resta che augurarvi buona fortuna!
Se volete approfondire ulteriormente questo e altri argomenti vi invito a visitare il nostro gruppo fb
Butera Massimo
*: Joep van Esch e Victoria Stark
Negli ultimi anni, entrambi gli autori hanno ampiamente lavorato i betta metallici nei loro programmi di allevamento. Le loro esperienze e riflessioni sul tratto metalliche sono state scritte in diversi articoli (‘oro di rame’ (2003) [1], ‘Metallics e maschere’ (2005) [2], ‘Understanding metallici genetica’ (2006) [3]) . Entrambi gli autori hanno deciso di collaborare al fine di condividere i propri pensieri ed esperienze sui ‘draghi’.