ABC dell’allevamento selettivo del Betta splendens
L’allevamento selettivo del Betta splendens
Molti acquariofili che si dedicano all’allevamento selettivo del Betta splendens show, spesso hanno difficoltà ad approcciarsi alla selezione di questo splendido pesce asiatico.
Allevare, nell’ambito degli animali d’affezione e quindi anche nel caso del Betta Splendens, significa far riprodurre due esemplari della stessa specie, capaci di trasmettere le proprie caratteristiche, sia di natura fisica che psichica alla prole.
Così enunciato l’allevamento selettivo del Betta Splendens o di una qualsiasi determinata specie appare come qualcosa di estremamente facile. Chiunque infatti, potrebbe pensare che l’unione di un maschio e di una femmina di Betta splendens o di qualsiasi altro animale, entrambi splendidi e altamente rappresentativi della loro specie, che rispecchiano fedelmente lo standard di razza, debbano far nascere soggetti che da adulti avranno l’aspetto e un profilo caratteriale del tutto simile a quello dei genitori.
Come sanno però tutti coloro che si cimentano nell’allevamento selettivo di una determinata razza non è in realtà così.
In genetica due più due non fa quasi mai quattro
È importante sapere per chi si avvicina all’allevamento selettivo del Betta splendens, senza voler entrare nei dettagli delle leggi chimico/fisiche che regolano la procreazione, che in questo campo due più due non fa quasi mai quattro.
Questa formula matematica ha valore solo fin quando si alleva una determinata specie, nel nostro caso il Betta splendens, senza proporsi particolari obiettivi di selezione in riferimento al miglioramento morfologico e/o caratteriale .
Ogni organismo vivente, il Betta non fa eccezione, ha nel nucleo di ciascuna cellula che li compone, un preciso numero di cromosomi, suddivisi in coppie, che rimangono uguali nella riproduzione della prole, perché sono equamente trasmessi alla prole dal maschio e la femmina che li hanno generati.
A questi cromosomi sono ancorati i geni responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari sia psichici che fisici della specie. Quando due Betta si accoppiano, la loro prole avrà nelle cellule il medesimo numero di cromosomi che saranno attribuiti dai genitori in parti uguali. Questo di certo garantisce che la prole non potrà essere altro che della medesima specie dei genitori, ma non garantisce assolutamente, che i soggetti ottenuti, manifesteranno in loro le migliori caratteristiche gradite ed enunciate nello standard di razza faticosamente redatto dai padri della stessa.
In quanto in una sorta di roulette russa, i processi procreativi vanno a ripescare nel bagaglio genetico dei genitori, caratteristiche a caso che poi saranno manifestate dalla prole, senza avere la certezza che le caratteristiche pescate siano quelle più desiderabili in riferimento al nostro “progetto” che è definito dallo standard.
La dura realtà della genetica
Allevare Betta splendens, o una qualsiasi altra specie animale. Lungi dall’essere una passeggiata, si scontra in realtà, con la dura realtà della genetica, nella quale noi dobbiamo necessariamente andare a pescare quelle caratteristiche desiderabili che vogliamo fissare nelle nostre linee selettive, con sudore e tanta determinazione nel corso dell’allevamento. Questo evitando e possibilmente eliminando tutte le caratteristiche indesiderate, cosi che queste non si manifestino più nelle generazioni successive, senza impoverirne comunque il bagaglio genetico.
Detto questo, quando ci troveremo di fronte ad una nidiata di Betta spl, quali caratteristiche fisiche prediligere ci saranno dettate dal nostro progetto e dallo standard.
Questo implica una conoscenza dettagliata delle caratteristiche che intendiamo fissare e di quelle che intendiamo inibire o meglio ancora eliminare, ma tutto ciò prevede la conoscenza dello standard di razza.
Su questo ora vogliamo focalizzare la nostra attenzione:
Uno standard di per se non è altro che un progetto realizzato a tavolino di ciò che vogliamo ottenere nel nostro allevamento. Ne consegue che chiunque di noi può redigere uno standard, un progetto sul quale lavorare per ottenere un certo risultato in allevamento.
Così accade che anche per il Betta Splendens ci sono in circolazione diversi standard, redatti generalmente da vari club e associazioni nel mondo. Tuttavia lo standard di riferimento quando si parla di Betta splendens da show è quello redatto nel corso degli anni da IBC (International Betta Congress).
IBC ha un sistema rodato negli anni, di valutazione, show e giudici, capace di aiutare chi si volesse cimentare in questa selezione secondo un preciso standard.
L’argomento è certamente vasto, pertanto in questo primo articolo ci concentreremo sull’Halfmoon il re dei Betta Show e il suo standard, cosi da comprendere insieme quali caratteristiche vogliamo prediligere in fase selettiva.
ASPETTO GENERALE
Lo standard quando fa riferimento al Betta halfmoon lo descrive come un animale dall’aspetto simmetrico. In sostanza se noi dividessimo a metà il nostro Betta lungo la linea orizzontale del suo corpo, l’immagine riflessa della sua porzione superiore o inferiore dovrebbe restituirci l’immagine del Betta nella sua interezza.
Ancora lo stesso standard IBC recita che , le pinne dell’Halfmoon devono rientrare in un immaginario cerchio che le racchiude tutte, da questo cerchio, aggiungiamo, deve fuoriuscire solo la testa.
Per comprendere in che proporzioni ciò deve accadere ci viene in aiuto un lavoro moderno e minuzioso svolto dal gruppo di lavoro europeo che ruota intorno a Betta4all, il quale suddivide il Betta in due sezioni una che parte dall’estremità della coda (a) ed arriva fino a dove si congiungono i raggi caudali (b) e l’altra, parte da questo punto fino a lambirne la bocca (c). Queste due sezioni avranno in proporzione rispettivamente il 40% (a-b) e il 60% (b-c) del totale della lunghezza, conferendo un immagine leggermente allungata al nostro Betta.
Vien da se, ma lo standard lo riferisce con precisione, che le pinne sia anale che dorsale non devono fuoriuscire da questo cerchio Immaginario, se ciò dovesse accadere l’immagine risulterebbe non simmetrica è questo verrebbe considerato un difetto. Una breve considerazione, nei soggetti giovani queste proporzioni possono cambiare fino a definirsi in età adulta, pertanto bisognerà fare esperienza per capire quali soggetti mantenere in allevamento dei piccoli che nasceranno dalle nostre covate.
LA PINNA CAUDALE
Volendoci soffermare sulla pinna caudale, va ribadito che i concetti espressi precedentemente in merito alla simmetria generale del Betta, ovviamente, sono validi anche per la coda, la quale se venisse divisa in due parti da una linea orizzontale, l’immagine riflessa di una delle due restituirebbe l’immagine della caudale nella sua interezza. L’apertura della caudale deve raggiungere i 180°, dobbiamo ricordare che un soggetto che presentasse uno spread inferiore anche di soli 10° non sarebbe possibile classificarlo come Hm, in quanto è stato codificato e classificato come “Super Delta” nello standard IBC.
Un ulteriore riflessione la merita questo importante aspetto appena menzionato. Nell’allevamento selettivo l’accoppiamento di due Hm di ottima genia produce tra la sua progenie una buona quantità sia di Super Delta (apertura di 170°) e sia di Delta (apertura di 160°), questo ci ricorda quanto dicevamo all’inizio di questo articolo, nell’allevamento selettivo 2+2 non fa quasi mai quattro, tradotto nel campo dell’allevamento selettivo.
Un Hm accoppiato ad una altro HM di sesso opposto non da necessariamente un Hm, spesso infatti si vedono allevatori proporre loro soggetti come Hm mentre in realtà per quanto bellissimi, i soggetti proposti non erano che, nelle migliori situazioni, dei Super Delta.
Tornando alle caratteristiche della caudale del nostro Betta, qualche parola va spesa per quanto riguarda il numero di raggi primari che dovranno essere in numero di 12-13, fino ad arrivare a 16 raggi nei quaternari. questi devono avere una distribuzione uniforme nella coda, va ricordato che la pinna caudale deve essere priva di pieghe che sono generalmente causate da eccessive ramificazioni.
Questo “difetto” nell’Halfmoon, porta alla manifestazione della variante denominata “Roseital” che per quanto assolutamente spettacolare, non è accettata dallo standard ed ancora oggi oggetto di accese discussioni in riferimento all’opportunità di accettarla o meno nelle nostre linee selettive.
PINNA DORSALE
Spostiamo la nostra attenzione alla dorsale dell’Halfmoon. Traducendola in una figura geometrica questa ricorderà un trapezio scaleno rovesciato, l’attaccatura alla base della pinna sul corpo sarà ampia, circa i 2/3 dell’attaccatura della pinna anale. Il numero di raggi ideali va da 9 a 14 raggi primari che conferiscono quell’apertura caratteristica a ventaglio alla dorsale che deve declinare dolcemente sulla caudale senza franare sul corpo, l’aspetto sarà liscio come in tutte le pinne del Betta e sarà sempre privo di pieghe che saranno considerate difetto grave in selezione.
PINNA ANALE
Se ricordate abbiamo detto precedentemente come la simmetria di un Betta Hm è evidente nelle forme simili tra la parte superiore e la parte inferiore del corpo, cosi se osserviamo la pinna anale noteremo che anche questa ha la forma di un trapezio scaleno , dove la linea di base esterna della pinna anale corre quasi parallela al corpo del nostro Betta, in oltre sempre nel contesto della simmetria del Betta è quasi superfluo dire che l’altezza della pinna anale nella parte posteriore dovrà essere di lunghezza pari al raggio della pinna caudale, anche in questo caso sono da eliminare fronzoli e pieghettature in quanto saranno considerate dei difetti in fase di selezione.
Per quanto riguarda le pinne ventrali saranno leggermente più lunghe della pinna anale, saranno ampie e prive di fronzoli e pieghettature.
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