Riprodurre il Betta splendens
Quando un appassionato decide di dedicare del tempo all’allevamento del Betta splendens, spesso in cuor suo ha già deciso che vuole cimentarsi nella riproduzione del Betta splendens . Ne consegue che una delle prime informazioni di cui si va alla ricerca è: “come riprodurre con successo il Betta splendens.” Questa è di gran lunga la domanda più frequente che mi viene fatta da quando ho deciso di dedicare la mia esperienza al servizio di tutti gli appassionati di Betta.

betta maschio che raccoglie le uova
Qui di seguito ho realizzato una “guida alla riproduzione del Betta splendens” esaustiva di ogni dettaglio, così da aiutare tutti, neofiti e non nell’accoppiare e riprodurre con successo il Betta splendens.
Questo articolo sarà suddiviso in 3 sezioni:
1.La strumentazione tecnica
2.La chimica
3.Il metodo
Prima di immergerci nel nostro argomento, volevo affrontare con voi una questione etica. Riprodurre il Betta splendens pur essendo un hobby porta con se una serie di questioni rilevanti proprio sotto l’aspetto etico, riferite alla gestione di un essere vivente.
Il Betta è un pesciolino piccolo e robusto, il quale tuttavia, a motivo della sua litigiosità tra conspecifici necessita di molto spazio e molti contenitori per allevare al meglio i piccoli che verranno fuori dai vostri accoppiamenti.
Spesso invece vengono tenuti, a causa di questa necessità di spazio, in contenitori minuscoli da meno di 1 litro e questo per lungo tempo, alcuni tengono il Betta in contenitori minuscoli per tutta la loro vita.
Vi sembra amore questo?
Il nostro hobby, la nostra passione deve indurci a delle profonde considerazioni etiche, non dobbiamo mai perdere di vista l’obiettivo primario della qualità di vita che intendiamo dare al nostro Betta.
Non dovremmo trasformarci da appassionati in “collezionisti” di Betta, a causa dei loro colori sgargianti e delle loro livree accattivanti.
Personalmente ho predisposto nel mio locale adibito a serra delle vaschette che io chiamo nursery dalla capacità di 3 lt dove allevo i piccoli maschi fino all’età sub-adulta. Quando hanno circa sei mesi, inizio a fare una cernita dei soggetti che intendo tenere in allevamento.
sistemare gli altri
Fatta questa selezione tutti gli altri Betta vanno in cerca di una sistemazione, spesso vengono donati a soci e amici, nella speranza che se ne prendano cura nel migliore dei modi.Provo un profondo senso di soddisfazione vedere nel forum o ricevere foto che mostrano i miei pargoli scorrazzare in una vasca dedicata a loro (scelta che consiglio) o in una vasca dedicata al biotopo asiatico.
Anche i soggetti che rimangono da me in serra, vengono a questo punto alloggiati in vasche dedicate complete di filtro e riscaldate, dalla capacità variabile dai 15 fino ai 25 lt. Tuttavia anche questa la considero una sistemazione provvisoria.
Perché questi soggetti, la maggior parte sono destinati alle mostre e/o campionati dove poi vengono o venduti o ceduti a titolo gratuito ai soci della nostra associazione. Mentre i soggetti che vengono utilizzati per la riproduzione raramente rimangono in allevamento per il secondo anno consecutivo.
obiettivo etico
Il mio obiettivo è sempre quello di piazzarli in una casa, dove c’è qualcuno che gli crei un angolo di natura dove potranno vivere felici il resto dei loro giorni. Nelle varie considerazioni che farete quando penserete di riprodurre il vostro Betta non trascurate quanto detto.
Se dopo un sincera valutazione, riterrete in tutta onestà di non avere lo spazio necessario per dare ai vostri Betta una vita sana e felice, allora forse è meglio desistere dal vostro progetto e decidere piuttosto di dedicare una singola vasca di almeno 30 litri ad un solo esemplare di questo splendido pesce, la cui regale storia merita da parte nostra, il giusto rispetto.
Se, detto questo siete ancora convinti di cimentarvi nella riproduzione del Betta splendens, non vi resta che addentrarvi nei sottotitoli successivi. Buona lettura
LA STRUMENTAZIONE TECNICA
Cosa vi servirà per riprodurre con successo i vostri Betta? Qui di seguito, partendo dal presupposto che la vostra coppia è già dovutamente alloggiata in vasche dedicate, leggerete un lungo elenco
di attrezzature e strumenti, successivamente ci dilungheremo in spiegazioni più dettagliate.
1. Vasca da circa 50 lt
2. Filtro a spugna
3. Riscaldatore da 75 W
4. Un aeratore
5. 30 lt di acqua osmotica
6. Una bottiglia d’acqua trasparente vuota o una sala parto
7. Uno schiuditoio per artemie
8. Cisti di artemie
9. Alimenti per avannotti
10. Alimenti surgelati, dafnie, chironomus, tubifex
11. Un granulato di buona qualità
12. Sale da cucina fine non iodato.
13. Foglie di catappa
14. Un setaccio fine per artemie
15. Un retino
16. Una serie di contenitori dai 3 ai 5 lt cadauno.
17. Piante galleggianti e non
18. Un bicchiere di polistirolo
19. Tubo di plastica rigida diam. 20, o un coccio di terracotta
La vasca
La vasca per la riproduzione dovrebbe avere dimensioni sufficienti per permettere l’allevamento degli avannotti di Betta tutti insieme nel primo periodo di circa 1 mese o poco più, successivamente rimarranno solo le femmine, ideali sono vasche larghe ed ampie, da preferire alle vasche alte.
Non necessariamente deve trattarsi di vasche in vetro, potrebbero all’occorrenza andare bene anche delle vasche in plastica del tipo che si trovano nei Brico di circa 40-50 litri. Il contro di queste vasche è la loro opacità, il loro pro è il costo ridotto e la duttilità.
Filtro a spugna
Ne esistono di diversi tipi, il costo di questi filtri meccanici è molto esiguo, sono utili per movimentare il pelo dell’acqua ed attrarre le particelle in sospensione. In alternativa si potrebbe utilizzare un filtro a motore completo di vano filtrante, in tal caso dovrà essere usato con la portata ridotta al minimo e non prima di 5 giorni di età dei Betta.
Successivamente ci soffermeremo su altri aspetti inerenti a questo metodo, tuttavia consigliamo caldamente un filtro a spugna.
Riscaldatore
In commercio è ormai molto semplice procurarsi un termoriscaldatore, una capacità riscaldante dai 75 W ai 100 W sarà sufficiente per riscaldare correttamente la vasca che abbiamo predisposto allo scopo. Benché possa sembrare superfluo è bene ricordare che è preferibile utilizzare termoriscaldatori provvisti di termostato di buona qualità.
Aeratore
Si tratta di piccole pompe meccaniche capaci di pompare aria in dei tubicini di gomma. Questo strumento vi sarà utile sia per l’attivazione del filtro meccanico a spugna e sia per l’ossigenazione delle uova di artemia durante la schiusa. Sarà preferibile acquistare un aeratore a due uscite, cioè capace di pompare aria in due diversi tubicini.
Acqua di osmosi
Almeno ché non disponiate di acqua potabile molto tenera con un basso contenuto di sali di Calcio disciolti, allora avrete bisogno per il successo del vostro allevamento, di acqua di osmosi. Quest’acqua è caratterizzata da un bassissimo o quasi nullo contenuti di Sali.
A tal motivo l’acqua risulterà particolarmente tenera con dei valori prossimi alla neutralità. Questa, senza entrare nei dettagli, viene prodotta da un sistema a membrane che oggi giorno è possibile acquistare a prezzi molto contenuti in garden o pet-shop.Tuttavia se non intendete acquistare tale attrezzatura sarà comunque possibile procurarsi l’acqua osmotica presso i migliori pet-shop di acquariologia della vostra città, per iniziare sarà sufficiente munirsi di circa 30 lt di acqua d’osmosi. Vedremo successivamente come la utilizzeremo.
Bottiglietta d’acqua vuota
Spiegheremo dopo l’utilità di questa bottiglietta, è sufficiente una bottiglietta trasparente di mezzo litro, privata del fondo. In alternativa si può utilizzare anche una comunissima sala parto.
Schiuditoio per artemie
Questo è uno strumento utilissimo per ogni allevatore. Per ora vi diciamo solo che in commercio troverete diversi tipi di schiuditoio per artemie, è anche possibile se vi piace cimentarvi nel fai da te realizzarne di molto funzionali da soli. Se non desiderate addentrarvi molto in questo campo, vi suggeriamo il più classico degli schiuditoi, quello a ciambella con un foro centrale dove è posto un piccolo setaccio.
Cisti di artemia
In commercio non è per nulla difficile trovare delle cisti di artemia, conservate sotto sale. Queste uova una volta inserite nell’acqua si schiudono in breve tempo e possono così essere somministrate agli avannotti di Betta. Sarà importante scegliere una buona qualità che sia in ottimo stato di conservazione. Esistono in commercio anche le uova di artemia decorticate pronte alla schiusa, le quali evitano il tedioso problema della separazione delle uova non schiuse dalle artemie da somministrare ai nostri piccoli.
Alimenti per avannotti
Non è facilissimo far accettare, soprattutto nei primissimi giorni alimenti secchi ai piccoli di Betta, in effetti sarebbe molto meglio avere a disposizione infusori, anguillole dell’aceto ed artemie. tuttavia esistono degli alimenti in commercio micropolverizzati oppure liquidi a base di artemie che vengono accettati molto spesso dalla maggior parte degli avannotti, sarà utile averne a disposizione una confezione da utilizzare all’occorrenza come integratore e/o sostituto.
Alimenti surgelati
Gli
alimenti surgelati sono ottimi sia per giovani avannotti che per adulti. Ne esistono diverse varietà ormai spesso in confezioni blisterate (monodose). Nei pet-shop specializzati in acquariologia è possibile reperire diversi alimenti. I più utilizzati per il Betta splendens sono i seguenti:
Dafnie
Chironomus
Tubifex
Uova di aragosta (utili per l’accrescimento degli avannotti dopo il mese di età).
Granulato di buona qualità
Oramai il mercato acquariologico ha una grande offerta di prodotti granulati. Tra l’ampia scelta si dovranno preferire quelli che tendono a galleggiare prima di affondare, perché il Betta tende ad alimentarsi preferibilmente sul pelo dell’acqua, altra importante caratteristica i granuli devo essere adatti alla bocca del Betta, quindi un granuli di piccole dimensioni.
Sale da cucina non iodato
Del comunissimo sale da cucina. Verrà utilizzato per la schiusa dei naupli di artemia, reperibile in tutti i supermercati delle nostre città.
Foglie di Catappa
Questa foglia reperibile nei pet-shop è una foglia naturale che immersa nelle vasche da riproduzione rilascia delle sostanza come il tannino e molti altri oligo-elementi che migliorano lo stato di salute dei nostri pesci. Inoltre rendono l’acqua ambrata creando uno schermo alla luce, cosa molto apprezzata dal Betta.
Setaccio fine per artemie
Reperibile nei pet-shop, permette un recupero agevole dei naupli da somministrare ai piccoli, ne esistono di varie forme.
Retini
E’ sempre bene averne a disposizione varie misure da utilizzare nel recupero dei riproduttori e in tante altre situazioni.
Una serie di contenitori dai 3 ai 5 litri
Questi vi saranno utili per separare i giovani maschi dalle femmine. Una delle difficoltà più grosse nella riproduzione del Betta è proprio quella della gestione dei giovani maschi che al fine di salvaguardarli è necessario che vengano allevati in contenitori singoli. Man mano che cresceranno dovranno aumentare le dimensioni dei contenitori in cui verranno ospitati. Una volta adulti si dovrà trovare loro una sistemazione adatta in un acquario non inferiore a 30-40 litri dove potrà vivere una vita dignitosa.
Piante galleggianti e non
Utili da porre nella vasca da riproduzione sul pelo dell’acqua, ne esistono davvero tante varietà alcune tra le più utilizzate e reperibili sono queste: Lemna minor, Azolla caroliniana, Salvinia natans, Pistia stratiotes, Riccia fluitans, Limnobium laevigatum.
Tra le non galleggianti sarà utile inserire e quindi avere a disposizione alcune tra queste piante: Microsorum pteropus, Anubias barteri, Vesicularia sp., Ceratophyllum demersum lasciata anche galleggiare libera in vasca.
Bicchiere di polistirolo
Spaccato in due parti lungo la sua verticale verrà utilizzato per proteggere il nido di bolle affinchè non si sfaldi, inoltre proteggerà il nido dalla luce diretta e mantenendole al caldo sotto la cupola che si creerà. Molto meglio del classico polistirolo piatto che parecchi si ostinano ancora oggi ad utilizzare, ma che ha il difetto di non indurre nel maschio la produzione del nido “accontentandosi del substrato artificiale”.
Tubo di plastica rigida diam. 20, o un coccio di terracotta
Un qualsiasi pezzo di tubo di plastica dalla lunghetta di 5-10 cm al massimo sarà utile come nascondiglio per la femmina, possiamo utilizzare anche altri oggetti in plastica o in terracotta che permettano alla femmina di trovarvi riparo al suo interno senza ferirla.
LA CHIMICA
Iniziamo questa considerazione supponendo che l’acqua in cui desiderate accoppiare i vostri Betta sia un acqua che rispecchia in tutto e per tutti i parametri ottimali di vita del Betta Splendens. Qui di seguito riportiamo questi valori di riferimento affinché possiate fare una veloce verifica degli stessi:
pH 6.8-7.0
GH<10
KH<5
NO3< 0,25 mg/lt
NO2 assenti
NH3 assente
TEMP. 25-27°C
Ora è necessario ricordare che l’accoppiamento del Betta, come di qualsiasi organismo vivente è innescato da una serie di condizioni e parametri che debbono susseguirsi, affinché si avvii quel processo che porta all’accoppiamento di due esseri viventi. Alcuni di questi fattori sono strettamente legati all’acqua altri all’ambiente circostante.
Immediatamente prima della stagione degli accoppiamenti, le giornate si allungano, gli insetti iniziano a cercare stagni ed acquitrini per deporre le loro larve, il livello dell’acqua inizia lentamente ad abbassarsi a causa della stagione secca e a scaldarsi per l’aumento delle temperature esterne, subito prima della stagione delle piogge i Betta tendono ad accoppiarsi.
Come influisce la conoscenza di questi fattori sulla preparazione del nostro accoppiamento?
Ne consegue che dovremo artificialmente allungare le ore di luce, fino a 10 ore nelle vasche dove sono ospitati i due soggetti, come anche successivamente nella vasca di riproduzione una volta inserita la nostra coppia di Betta. Aumenteremo di qualche grado la temperatura sia nella vasca di riproduzione che nelle vasche di mantenimento dei soggetti interessati.
In merito a questo vogliamo ricordare che è altrettanto importante che oltre all’acqua anche la tempera-tura dell’aria subito al di sopra del pelo dell’acqua, quindi dell’ambiente circostante, aumenti simultanea-mente a quella dell’acqua. Molti degli insuccessi legati ad accoppiamenti invernali sono dovuto proprio al mancato rispetto di questo importante parametro.
Talvolta è la femmina che si rifiuta di accoppiarsi essendo molto più sensibile del maschio a questo parametro, mentre tal volta sono le uova che stazionando sotto il pelo dell’acqua non sono riscaldate a sufficienza e finiscono per essere abortite.
Tornando alla preparazione, ora dobbiamo iniziare ad alimentarli più abbondantemente, possibilmente con insetti vivi come dafnie, tubifex e altro. A tal scopo possiamo utilizzare anche del surgelato.
Così facendo abbiamo avviato quei processi chimici che inducono i nostri soggetti a prepararsi per accoppiamento.
Il maschio apparirà particolarmente vivace ed aggressivo, i colori diverranno più accesi. Anche la femmina inizierà ad evidenziare l’ovodepositore e a gonfiare il ventre. Questa accentuerà i colori e se di colore scuro evidenzierà delle bande verticali.Questi cambiamenti non necessariamente avvengono tutti già in questa prima fase, ma potrebbero completarsi, quando, inserita la femmina in vasca da riproduzione, si ritroverà alla presenza del maschio come vedremo di seguito.
Ciò che qui vogliamo evidenziare, sono i cambiamenti nei parametri della nostra vasca che agiscono da stimolanti nella preparazione dei soggetti.
Prima di spostare la nostra attenzione all’ultima fase che porterà all’accoppiamento. Vogliamo brevemente osservare che molte delle condizioni sopra elencate si verificheranno spontaneamente nelle nostre vasche se avremo la pazienza di attendere la primavera per avviare i nostri soggetti all’accoppiamento.
Diversamente se per qualche ragione dobbiamo o desideriamo procedere ad un accoppiamento forzato fuori stagione, sarà necessario indurre i cambiamenti sopra elencati.
Vogliamo anche qui, brevemente, tornare su un aspetto etico. Accoppiare d’inverno, significa aumentare in questa stagione di riposo il metabolismo dei nostri Betta, questo inesorabilmente produrrà dello stress nei nostri soggetti. Qualcuno si giustifica dicendo che i propri Betta vengono sfruttati per un solo anno per poi essere lasciati a riposo.
Comunque sia resta di fatto una forzatura della natura dei pesci, un andare contro i loro bioritmi vitali, rispettare questi piccoli esseri significa salvaguardare anche la loro natura. Per questo noi consigliamo sempre di riprodurre i nostri Betta nella stagione giusta.
IL METODO
Eccoci arrivati al momento tanto atteso. Qui di seguito verrà descritto un protocollo standard utilizzato da molti per arrivare a riprodurre con successo i nostri
Betta splendens.

DAY 0 –
Prepariamo la vasca. Prendiamo la nostra vasca in vetro o plastica che sia e mettiamola in una posizione riparata dalla luce diretta del sole. In una zona tranquilla non soggetta a correnti d’aria. Riempiamola con acqua di osmosi nuova per il 40% un ulteriore 30% lo utilizziamo di acqua di sorgente o di rubinetto (se idonea nei parametri) preventivamente decantata o biocondizionata. Il restante 30% utilizzeremo acqua di una nostra vasca matura.
Verifichiamo con testa reagente che i parametri principali siano corretti.
Inseriamo ed accendiamo il termoriscaldatore, inseriamo anche il nostro filtro meccanico ad aria ed accendiamolo, poniamo un termometro al lato opposto della vasca e portiamo la vasca ad una temperatura di 26°C.
Inseriamo un oggetto di plastica o di terracotta che possa poi tornare utile alla femmina per trovare riparo dalle avance del maschio. Introduciamo anche qualche foglia di Catappa, arricchirà l’acqua di oligo-elementi. Se disponiamo di infusori sarà utile inserirne un bicchierino, ne giorni seguenti torneranno utilissimi nell’allevamento dei piccoli.
Possiamo anche immettere delle piante galleggianti, ottima la Salvinia natans anche qualche stelo a scelta tra Microsorum pteropus, Anubias, Vesicularia sp.,Ceratophyllum demersum. Per la maggior parte piante epifite, che cioè, non necessitano di essere piantate nel terreno, ma traggono nutrimento dall’acqua, le lasceremo galleggiare sul pelo dell’acqua oppure se lo desideriamo le legheremo ad un coccio o a un pezzo di legno.
Non dimentichiamo di inserire il mezzo bicchiere di polistirolo
La scelta dei riproduttori. La nostra scelta dovrà ricadere su due soggetti, sani, dai colori vivaci, senza macchie, graffi o ferite e dall’appetito robusto, dovranno manifestare reattività al mondo circostante, tutti sintomi di uno stato di salute ottimale.
DAY 1 –
Diamo una controllatina ai parametri della vasca se i valori sono buoni possiamo iniziare ad inserire la femmina (o il maschio) in vasca. Alcuni preferiscono inserire prima il maschio nella vasca di riproduzione, altri inseriscono prima la femmina. In effetti è la femmina quella che abbisogna di una maggiore preparazione pertanto è consigliabile inserire per prima la femmina in vasca di riproduzione. Mentre lasciamo il maschio nella propria.
DAY 1-8 –
Entriamo nella fase di preparazione dei riproduttori. Dobbiamo aumentare il loro metabolismo e stimolarli alla riproduzione. Nel corso di questi 8 giorni porteremo la temperatura nella vasca fino a circa 30°C. Il maschio che si trova nella vasca separata lo portiamo ad una temperatura leggermente più bassa alla fine della settimana sarà ad una temperatura di 28°C.
Alimentiamo i nostri riproduttori più abbondantemente del solito. Sarà utile inserire nella loro dieta oltre che del cibo surgelato, anche alimenti vivi come dafnie, tubifex, artemie saline adulte. Alcuni hanno delle vasche predisposte all’esterno che in primavera si riempiono di insetti e larve di insetti come zanzare, ostracodi etc. Questo tipo di alimenti stimolano molto l’istinto riproduttivo.
ATTENZIONE a non eccedere con gli alimenti vivi in particolare attenzione al chironomus surgelato, ne vanno ghiotti, ma tende ad appesantirli con rischi di occlusioni intestinali che interromperanno bruscamente il nostro processo.
DAY 9 –
E’ arrivato il giorno dell’incontro tra i due riproduttori. Prima aspiriamo il fondo della vasca dove si trova la femmina così da rimuovere residui di feci e cibo, ripristiniamo il volume d’acqua, ricordando che l’altezza di questa non deve superare i 15-20 cm. Non sarebbe male ricontrollare ancora un’ultima volta i valori della vasca, la temperatura da ora in avanti la impostiamo fissa a 30 °C.
Ora prendiamo la bottiglia di plastica trasparente da cui abbiamo asportato il fondo e imprigioniamo la femmina al suo interno. In un angolo della vasca poniamo il mezzo bicchiere di polistirolo. Prendiamo con delicatezza il maschio e lo mettiamo dopo qualche minuto di acclimatazione nella vasca da riproduzione.
È preferibile inserire il maschio in vasca nel tardo pomeriggio. A questo punto, se abbiamo fatto tutto come sopra indicato. Il maschio inizierà da subito a pavoneggiarsi d’avanti alla femmina. Sceglierà il punto migliore dove creare il nido, con tutta probabilità sarà il bicchiere, se così non fosse non preoccupatevi lasciategli fare il nido dove vuole, il bicchiere potrete sempre spostarlo successivamente o utilizzarne uno nuovo se fosse necessario.
Osservate l’atteggiamento della femmina nella bottiglia. Una femmina che non è ancora pronta tenderà ad allontanarsi dal maschio, ad ignorarlo o se aggressiva lo minaccerà aprendo gli opercoli.
Una femmina pronta invece osserverà il maschio avvicinandosi a lui lungo il bordo della bottiglia, anche un ventre gonfio di uova sarà indice di prontezza, l’ovodepositore estroflesso e nel caso di colorazioni scure non metalliche le bande verticali ben evidenti.
DAY 10 –
Se tutto è in linea con i nostri programmi. Il maschio ha preparato un bel nido, è arrivato il momento se la femmina ci sembra pronta, di liberarla con il maschio. Ora inizierà un rituale molto bello ed irruento.
Il maschio inizia il suo corteggiamento fatto di colpi col muso sulla femmina, qualche morso, la femmina si divincola, ma lentamente cede alle avance, quando si sentirà pronta si porterà sotto il nido e li ci sarà l’abbraccio tra i due, la femmina rilascerà le uova e il maschio, ma a volte anche la femmina, raccoglierà le uova per riportarle al sicuro nel nido, questo rituale, tra i più belli che potrete mai osservare, si ripeterà più volte.Fin quando la femmina ormai priva di uova si allontanerà dal nido.
Da questo momento è finito l’accoppiamento, il maschio scaccerà la femmina non permettedole più di avvicinarsi al nido.È giunto il momento di toglierla via altrimenti finirebbe uccisa dal maschio. Solo 36 ore e avremo i piccoli in vasca.
Da questo momento in poi i piccoli si nutriranno per 5 giorni grazie al sacco vitellino. Dopo sarà necessario che siamo noi a prenderci cura dei piccoli. Ma questo lo vedremo in un prossimo articolo. Per ora vi auguriamo buona fortuna e vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro
forum per conoscere meglio questo fantastico pesce. Sua Maestà il
Betta splendens.