Betta malattie sintomantologia e cure
Il mio Betta è malato? Quali sono le cause della malattia del Betta? Quali sono le cure? Quando decidiamo di prendere con noi un Betta splendens, una delle principali problematiche che ci poniamo è l’individuazione delle malattie del Betta splendens e la loro cura. Qui di seguito, vi riportiamo un elenco delle principali malattie in acquariologia, la loro corretta identificazione, le loro cause e la loro cura.
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Accentuazione o sbiadimento dei colori della livrea con movimenti concitati dei pesci, a volte segni di difficoltà respiratorie. Questi segni sono presenti nella maggioranza se non nella totalità dei pesci di uno stesso acquario. | Intossicazione dovuta a sostanze chimiche o metalli. | Impiego di materiale metallico (rame, zinco, ferro) nell’arredamento dell’acquario. Utilizzazione di materiale decorativo con inclusione di metalli. Residui di detersivi: utilizzazione di spray, insetticidi, vernici, cera per pavimento o altre sostanze chimiche che producono evaporazioni gassose nell’aria nelle vicinanze dell’acquario. Prelievo dell’acqua da condutture di rame appena installate o da scaldabagni appena disincrostati. Superdosaggio di prodotti curativi o di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua. Uso contemporaneo di due o più prodotti curativi che diano luogo a combinazioni nocive. | Cambi di acqua , fino alla sostituzione totale dell’acqua nell’arco di 24 ore. Verifica della qualità degli ornamenti. |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Respirazione affrettata, occhi sporgenti, alterazione lattiginosa del muco, comportamento tranquillo con eventuale contemporanea inappetenza. Colori spesso sbiaditi. | Lenta intossicazione dovuta a condizioni inadeguate dell’acqua. | Aumento di nitriti o di nitrati causato da sovrappopolazione dell’acquario. Introduzione di pesci in un acquario di nuova installazione senza adeguata maturazione dell’acqua e del filtro. Disturbo dell’equilibrio a causa di una totale pulizia generale. Insufficienza di ossigeno con eventuale formazione di gas nel materiale di fondo. Impiego di materiale decorativo che emette lentamente sostanze tossiche (materiale eventualmente raccolto in acque inquinate). Pesci di acqua salmastra allevati in acqua completamente dolce. | Verifica che i valori dell’acqua soddisfi le caratteristiche necessaria alla vita dei soggetti ospitati in vasca. Correggere i valori |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Movimenti incontrollati molto rapidi (a scatti) dei pesci. | pH inadatto | Pur essendo i pesci d’acqua dolce generalmente molto adattabili a differenti valori di pH, un brusco cambiamento del pH a causa dell’introduzione per esempio di sostanze acidificanti o di un notevole cambiamento dell’acqua, può provocare disturbi come quelli descritti e a volte anche con effetti letali. Lo stesso sintomo in alcuni pesci delicati si può notare quando si trasferiscono individui da un’acqua all’altra con caratteristiche chimiche differenti. | Correzione lenta dei valori di ph, utilizzare acidificanti per ridurre il ph e alcalinizzanti per aumentarlo. |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Alcuni pesci o buona parte della popolazione di un acquario nuotano vicino alla superficie dell’acqua e boccheggiano in continuazione alla ricerca di acque più ricche di ossigeno. | Mancanza di ossigeno, eccedenza di COi (poco probabile), incompleto ciclo di nitrificazione. | Si tratta di un inconveniente dovuto principalmente ad una notevole mancanza di igiene (sistema di filtraggio insufficiente, acqua troppo vecchia, ecc.) acquari senza vegetazione naturale. | Migliorare la pulizia della vasca, aumentare la frequenza dei Cambi parziali, inserire se possibile delle piante vere o almeno un ossigenatore |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Patina opaca o lattiginosa sulla pelle. Pinne chiuse. I pesci si grattano contro i più svariati materiali d’arredamento. Nello stadio avanzato si notano zone simile a delle ferite, con al centro delle zone sanguinanti circoscritte da uno spesso anello di muco biancastro. | Questa malattia conosciuta come offuscamento del muco è provocata dall’attacco di parassiti dei deboli come Chilodonella un protozoo ciliato, Costia e Trichodina o dall’attacco di vermi parassitari della pelle. | Tutti questi parassiti attaccano esclusivamente pesci già precedentemente indeboliti o comunque allevati in condizioni precarie non adeguate alle loro esigenze vitali. | Sale da cucina (Nacl)circa 15/20gr/l per 10/45 minuti max – oppure usare l’acriflavina 1ml/l per prevenzione ; 3ml/l attacchi lievi x 4gg ; 5 ml/l x 2/4 gg; |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Pelle opaca, pinne sfrangiate. Movimenti natatori anomali.Corpo per breve tempo ricurvo. A volte visibili ad occhio nudo dei parassiti cutanei lunghi fino a 1,5 mm. | Vermi della pelle (Gyrodactylus). | Questi parassiti vengono a volte introdotti con nuovi pesci non sottoposti ad una sufficiente quarantena. In alcuni casi è possibile anche introdurre i parassiti col mangime vivo. Si sviluppano in acquario solo se trovano un pesce indebolito (probabilmente questo parassita si ciba solo di tegumento superficiale già morto!) | 1g /l di negavo ben tollerata se la temperatura è di circa 25° e il ph di circa 6/7 x3 gg. Effetturare successivamente un cambio di almeno il 50% dell’acqua e filtrare il restante con carbone. |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Opercoli branchiali sollevati e respirazione affannosa. A volte fuoriuscita dalle branchie di sostanze mucillaginose.Movimento natatorio a scatti. Bocca non completamente chiusa. | Vermi delle branchie (Dactylogyrus ed altri). | L’introduzione nell’acquario avviene come già descritto per Gyrodactylus. Spesso i due parassiti compaiono contemporaneamente. Una pericolosa propagazione con esito mortale avviene solo su pesci già indeboliti. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Inizialmente movimenti dondolanti del pesce, con pinne raccolte. Inappetenza, Dopo due tre giorni (a volte anche meno)apparizione di piccoli noduli bianchi negli strati superiori dell’epidèrmide. Nello stadio più avanzato infezioni sanguinanti della cute. | Ichthyo chiamata anche malattia dei puntini bianchi (agente patogeno Ichthyophthirius multifiliis). | Si tratta di una malattia che si sviluppa rapidamente in acquario ed è altamente contagiosa. Senza adeguate cure si assiste ad una vera e propria epidemia che entro pochi giorni può contagiare l’intera popolazione di un acquario. Spesso la malattia, presente in forma latente,appare sui pesci indeboliti soprattutto quando hanno subito uno shock termico (abbassamento della temperatura). | Aumentare le temperature al di sopra dei 30° , utilizzare del blu di metilene. |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Zone biancastre lattiginose soprattutto nella parte posteriore del corpo di Caracidi e Ciprinidi. La pelle perde in alcune partì il proprio colore. | Si tratta della cosiddetta malattia del neon che colpisce in primo luogo questi pesci. La malattia è causata da uno sporozoo (organismo unicellulare) chiamato Plistophora hyphessobryconis. | La malattia non è molto contagiosa. In acquario di solito la trasmissione avviene quando il cadavere di un pesce, colpito da questo parassita, viene mangiato dagli altri pesci della vasca. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Piccoli puntini biancastri appena visibili. Nello stadio più avanzato il pesce sembra infarinato. Con la lente di ingrandimento si riconoscono leggere protuberanze semicircolari. | Malattia del velluto, provocata da un flagellato chiamato Oodinium pillularis, conosciuta anche come Oodiniasi d’acqua dolce. | Si tratta di una malattia molto contagiosa che però si presenta quasi esclusivamente in acquari sovraffollati, con conseguente inquinamento dell’acqua. In primo luogo colpisce Ciprinidi e Ciprinodontidi ovipari (anche gli avannotti durante l’allevamento). | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Colorazione particolarmente scura e disgregazione dell’estremità delle pinne. Inappetenza. Nello stadio avanzato si notano, soprattutto nella zona della testa, dei piccoli buchi dai quali a volte fuoriesce una sostanza biancastra. | Si tratta dei sintomi esterni di infezione intestinale provocata da un flagellato di nome Hexamita. Questo parassita fora le pareti intestinali e, attraverso il circuito sanguigno, trova una via d’uscita, normalmente nella zona cranica del pesce (malattia del buco). | Questo parassita che colpisce soprattutto certi Ciclidi (Scalari, Symphysodon) ma anche molti Anabantidi, può essere riscontrato ad occhio nudo solamente quando si è già notevolmente moltiplicato all’interno del corpo dei pesci colpiti.Una più precoce diagnosi sarebbe possibile con l’osservazione al microscopio delle feci dei pesci che eventualmente presentano dei segni di inappetenza. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Improvviso ingrossamento nella zona addominale. Morte del pesce colpito entro breve tempo. | Infezione intestinale causata da batteri. | Si tratta di una malattia non contagiosa ma spesso con esito mortale per gli individui colpiti. La causa generalmente è da ricercarsi nella somministrazione di mangime avariato (soprattutto cibo congelato e conservato in modo errato). A volte viene provocata anche da somministrazione di mangime surgelato che non è stato fatto scongelare. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Inappetenza e rapido dimagrimento,accompagnato sempre da colori sbiaditi e traumi sul corpo.Pinne sfrangiate. In stadio più avanzato ferite sanguinanti. A volte anche la colonna vertebrale è deformata. | Tubercolosi dei pesci, provocata da Mycobacterium piscium (non pericoloso per l’uomo!). | Si tratta di una malattia di non sempre facile diagnosi che si presenta con svariati sintomi e a volte causata anche da infezione di Ichthyosporidium (vecchio nome scientifico Ichthyophonus). La malattia non è molto contagiosa. Le cause della sua diffusione sono da ricercarsi in una dieta troppo uniforme e mancanza di vitamine; spesso contribuiscono anche le condizioni precarie dell’acqua (sovraccarico di sostanze organiche in decomposizione). Per distinguere le due malattie sarebbe necessario un controllo al microscopio del fegato dell’individuo colpito; Ichthyosporidium si presenta sotto forma di noduli di color nero-marrone, mentre per Mycobacterium piscium i noduli hanno una colorazione più giallastra. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Gonfiore nella zona addominale che aumenta progressivamente. Nella stessa zona cominciano a sollevarsi le squame. Nello stadio più avanzato a volte anche occhi gonfi. | Idropisia e sollevamento delle squame provocati da uno stadio avanzato di disgregazione del fegato. Per questo motivo all’interno della cavità addominale si forma del liquido. | Si tratta sempre di una malattia non provocata da agenti patogeni ma da inadeguate condizioni dell’acqua e da un’alimentazione uniforme e inadatta. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Patina di muffa e formazioni simili a bambagia sulla pelle.Spesso con bordi rigonfi e estremità biancastre delle pinne. | Infezione di ficomiceti (Saprolegnia e Achlya). | Normalmente questi ficomiceti sono presenti in qualsiasi acquario, ma provocano malattie solamente in esemplari deboli che sono stati feriti oppure il cui muco protettivo della pelle è stato danneggiato, per esempio, durante la cattura con un retino. In genere però contribuiscono alla diffusione di questa malattia le condizioni inadeguate dell’acqua (incompleta nitrificazione, mancanza di ossigeno). Per i pesci sani questa malattia non è quasi mai contagiosa. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Occhi sporgenti, a volte in concomitanza con un offusca mento della cornea. | Esoftalmia che si può presentare assieme ad altri sintomi oppure anche da sola. In quest’ultimo caso si tratta spesso di una infezione dovuta ad un verme chiamato Diplostomum spathaceum. | Quando l’esoftalmia si presenta come unico sintomo esterno (in questo caso, almeno inizialmente, colpisce un occhio solo), si tratta molto probabilmente di un’infezione parassitaria da parte di Diplostomun. Non è esclusa tuttavia anche un’infezione batterica. In ogni caso la causa è da ricercare in un ambiente favorevole allo sviluppo degli agenti patogeni e precisamente in un’acqua inquinata da prodotti di rifiuto dei pesci ed altre sostanze organiche in decomposizione (sovrappopolazione della vasca, filtraggio inadeguato). L’infezione parassitaria non è molto contagiosa. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Le pinne sono sfrangiate e si disintegrano completamente. | Corrosione delle pinne. Spesso si tratta di una malattia, causata da batteri, che si presenta in concomitanza con altre malattie come: Saprolegnia e putrefazione della bocca. | La causa della moltiplicazione a dismisura dei sempre presenti batteri patogeni in un acquario è da ricercarsi esclusivamente nelle condizioni ambientali inadatte. La malattia è frequente in acquari sovrappopolati con attrezzatura tecnica inadeguata (sistema di filtraggio ecc.) | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Infezione dell’apertura anale. Sporgenze a punta di color rosato o bianco giallastro. | Infezione causata da vermi dalla testa a fresa (Philometra e Camallanus). | Questa malattia viene introdotta nell’acquario attraverso pesci infetti. Normalmente negli acquari tropicali i vermi, probabilmente ovovivipari, non si sviluppano molto bene, perciò la malattia è poco contagiosa se le condizioni ambientali sono ottimali per i pesci. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Alterazioni circoscritte della pelle (colorazione lattiginosa)con successivo sviluppo di una patina gelatinosa. A volte presenti anche macchie sanguigne più o meno estese. In qualche caso in concomitanza con respirazione affrettata. | Cosiddetta malattia africana provocata da un flagellato chiamato Oodinioides vastato. | Questa malattia, che si è presentata per la prima volta su pesci provenienti dall’Africa, si sviluppa quasi esclusivamente quando le condizioni ambientali sono precarie (qualità dell’acqua, sovraffollamento nella vasca). In queste condizioni la malattia può essere anche molto contagiosa, soprattutto per pesci già indeboliti per altri motivi. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Noduli più o meno sferici,inizialmente solo nelle pinne.Normalmente di dimensioni ridotte, si sviluppano in poco tempo in grappoli biancastri più o meno grandi. A volte la malattia si estende anche sul corpo. | Virosi causata da Lymphocystis. Questo virus, penetrando in una cellula del pesce, la ingrossa a dismisura. | Questo virus viene introdotto nella vasca solo da pesci già infetti. Una sua proliferazione pericolosa, avviene solamente in cattive condizioni ambientali, o quando i pesci sono indeboliti a causa di un’alimentazione errata. | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Cerchietti sanguinanti dai quali al centro sporge un bastoncello con estremità biforcuta. | Malattia provocata da un crostaceo chiamato Lernaea o verme ancora. La testa di questo crostaceo è fissata nell’epidermide del pesce.Il parassita si mitre col sangue del pesce. | Questi parassiti vengono introdotti normalmente con nuovi pesci che non sono stati sottoposti ad una sufficiente quarantena; a volte anche con mangime vivo raccolto in natura o addirittura con piante acquatiche. Di solito vengono colpiti pesci relativamente grandi (Ciclidi) e d’acqua fredda (soprattutto i pesci rossi). | |
Sintomatologia |
Diagnosi |
Cause più comuni |
Cura |
Sul corpo dei pesci di una certa grandezza si notano animaletti piatti e rotondeggianti, spesso di colorazione scura. Nei pesci piccoli si nota un’improvvisa mortalità soprattutto durante la notte senza particolari segni esterni di malattia. | Attacco di crostacei parassitari (soprattutto del genere Argulus).Sia le larve che gli esemplari adulti sono dotati di un pungiglione con il quale possono iniettare delle sostanze velenose nel corpo dei pesci colpiti. I crostacei adulti raggiungono una lunghezza di oltre 5 mm, le loro larve sono quasi invisibili ad occhio nudo. Si nutrono del sangue e del liquido linfatico dei pesci. | Questi parassiti vengono introdotti spesso con il mangime vivo (soprattutto Dafnie e Cyclops). A volte possono essere introdotti nella vasca anche direttamente con dei nuovi pesci e in rari casi anche con le piante. Si tratta di parassiti provenienti da acque relativamente fredde (per questo anche il nome volgare di pidocchio delle carpe). |