Alla ricerca del benessere animale
Non è facile parlare di welfare o benessere animale e del Betta, senza incorrere nel rischio di essere tacciati da animalisti nell’ accezione più negativa del termine. Ma se è vero che la mission di questo sito e di tutto ciò che vi ruota intorno è la promozione di un acquariofilia consapevole allora non ci si può esimere da questo rischio e dare voce alle sofferenze silenziose dei pesci.

Il Betta non è che la punta di un iceberg composto da milioni di pesci che in barba alle più elementari nozioni di benessere animale, sono ridotti in cattività, plasmati al piacere umano e sfruttati per il solo piacere ludico dell’uomo.
Trattati come oggetti vengono gestiti e allevati come fossero una pianta qualsiasi da ormai migliaia di anni, ed il Betta splendens è in buona compagnia, partendo dal pesce rosso, le carpe Koy, i Guppy ( una volta definito pesce milione per la sua prolificità) ma anche il danio rerio, il discus, gli scalari e molti altri ancora.
La storia dell’acquacultura ornamentale
L’allevamento a scopo alimentare ha documentazione storica fino all’antico Egitto, mentre per l’allevamento a scopo ornamentale vi sono antichi documenti che testimoniano la presenza di questi nelle ville Romane dei Patrizi, in Asia documenti ne mostrano la presenza già almeno 4000 anni fa (2000 a.c.).
i numeri dell’industria di quest’hobby
L’industria del’acquacultura a scopo ornamentale oggi coinvolge 125 nazioni, dove sono allevate e soggette a compravendita a questo scopo circa 2500 specie di pesci. Dell’intero comparto solo il 15% è di acqua marina il restante 75% è di acqua dolce. Questo mercato ha un valore globale stimato di oltre 20 miliardi di dollari.
Perché abbiamo voluto dare questi numeri?
Perché questo dovrebbe farci capire come i pesci ornamentali, per il mercato globale non sono che un prodotto commerciale che risponde alle leggi di mercato come qualsiasi altro animale da reddito ( per esempio, galline, conigli, mucche, maiali) e come qualsiasi altro prodotto che vediamo tra gli scaffali di un supermercato. A dimostrazione di questo, non è un caso che si vedano betta, venduti sugli scaffali di un supermercato in minuscoli barattoli, come fosse una marmellata qualunque. Non sono quindi mossi dal desiderio del Benessere animale, ma dalle leggi del profitto.

Rispondendo a queste leggi, i messaggi che il mercato ci invia sono votati al consumo di quello che per loro è un semplice prodotto deperibile che, deve essere venduto in fretta e deve durare un tempo medio, che non induca l’utente finale ad abbandonare questo hobby, ma nel contempo non saturi la domanda a causa della lunga durata.
Il risultato di questo è che secondo alcune stime de fsbi ( giurnal of fish biology ) e l’ OFI ( Ornamental fish international ) circa il 75% della produzione mondiale muore nel viaggio che porta dalle vasche di allevamento fino ai nostri acquari.
Il ruolo dell’acquariofilia consapevole
Noi acquariofili sia di lungo corso che occasionali, purtroppo consapevolmente o inconsapevolmente alimentiamo questo mercato.
Ma se stiamo qui a scrivere è perché siamo convinti che si possa fare molto per, se non cambiare le cose, almeno migliorarle di molto.
La consapevolezza dell’impatto globale sul pianeta di quest’hobby dovrebbe spingerci verso delle scelte più sostenibili. La consapevolezza del maltrattamento di questi animali, dovrebbe spingerci a scelte più attente, etiche e votate al benessere, votate al contrasto di un acquarifilia esclusivamente commerciale.
Non stiamo qui a criminalizzare nessuno.
Più o meno tutti, siamo tornati a casa con un pesce colorato in un sacchetto, forse vinto alle giostre delle fiere di paese, o comprato su una bancarella di un mercatino, come una cianfrusaglia qualsiasi, lo abbiamo messo nella boccia che ci è stata “rifilata” ed alimentato con le briciole di pane. Così sono nati centinaia di acquariofili di oggi, non c’è nulla di cui vergognarsi.

Ma è anche vero che se sbagliare è umano perseverare è diabolico.
Oggi però il welfare animale o benessere animale che dir si voglia è una scienza, l’etologia, la biologia, con le loro ricerche ci hanno aiutato a comprendere le esigenze dei pesci, ci hanno aiutato a comprendere come, quel piccolo pesce di pochi grammi che nuota in quella famigerata boccia è un essere senziente.
Capace di interagire con l’ambiente che lo circonda, di riceverne stimoli positivi e negativi, e chissà, forse capace di sognare, non lo sappiamo. Ma certamente sappiamo che i pesci sono esseri viventi e senzienti. Molti di noi hanno visto il Betta interagire con noi, mostrare atteggiamenti amichevoli dettati dalla domesticazione.
Questo deve spingerci a desiderare di allevare il Betta, e qualsiasi altro pesce, consapevolmente. Dobbiamo lasciarci alle spalle i messaggi commerciali di chi vuole che facciamo i fritti misti in barba alle esigenze etologiche dei singoli pesci. Dobbiamo lasciarci alle spalle le bocce dove far morire lentamente questi esseri.

Un pesce che boccheggia sul fondo di una vaschetta di un acquario negli ultimi rantoli di vita, devastato da un infezione o soffocato dalla carenza di ossigeno, sta urlando silenziosamente con il terrore negli occhi. Paura e dolore che noi non percepiamo a causa delle distanze che ci separano biologicamente dai pesci, e non riconosciamo e non sentiamo.
Mission del sito Bettaportal
Come Sito e come associazione da anni ci sforziamo di dar voce a questi innocenti. Non siamo contro l’acquariologia, l’amiamo, ma siamo consapevoli che proprio quest’amore ci pone una responsabilità, siamo consapevoli che ha molto da cambiare l’acquariologia. Noi cerchiamo di fare la nostra parte come piccoli allevatori amatoriali, aiutando chi si avvicina a questo mondo ad avere un approccio responsabile e sano con quest’hobby spingendoli alla ricerca del benessere animale.
Su questo sito trovate varie informazioni in merito al Betta su come allevarlo correttamente, dove allevarlo, come alimentarlo, riprodurlo, qui cerchiamo di sfatare tante leggende sul Betta che lo hanno portato ad essere uno dei pesci più maltrattati della storia di questo hobby. affinché possa vivere dignitosamente e perché no, felicemente nelle nostre vasche.