L’aggressività del Betta splendens
Ai primi freddi di Novembre, nel tepore della mia fishroom, sono nate delle riflessioni semiscientifiche sul Betta splendens, la sua aggressività e l’acquariofilia che lo accompagna. Riflessioni che ho voluto condividere con voi altri appassionati.
Non so voi, ma personalmente una delle prime caratteristiche che ho amato nel Betta splendens è stata la sua fierezza, il coraggio, che manifesta questo piccolo bullo. E no, non credo di esagerare definendolo un piccolo bullo, perché il Betta è davvero un piccolo teppista attaccabrighe.
Un cenno di storia del Betta
D’altronde proprio a causa di questa caratteristica innata il Betta è arrivato a noi oggi. Da oltre mille anni è allevato per i combattimenti nella penisola Malacca. Gli allevamenti di questo piccolo guerriero erano gestiti da Re, signori e contadini della penisola, lo scopo erano i combattimenti e le scommesse.
Qui in queste terre millenarie, è nata la leggenda del Betta splendens. Forgiatosi tra le inospitali paludi dell’entroterra dove lottava per la sua sopravvivenza prima e nelle ciotole di ceramica poi. D’altronde il suo nome Betta non significa altro che guerriero nelle lingue della penisola Malacca, Questo la dice lunga sul carattere indomito del Betta splendens.
un pizzico di scienza del Betta
Continuando il nostro escursus, intorno all’aggressività del Betta splendens, ma volendo andare oltre i racconti storici. Possiamo scoprire che molto è stato detto da studi scientifici intorno alla sua aggressività.
Ad esempio è stato scoperto che i maschi di Betta producono l’androgeno endogeno, che risulta responsabile della mascolinità nel Betta (Hackman, 1973). E’ stato inoltre dimostrato come questo androgeno aumenta in presenza di comportamenti aggressivi e diminuisce ne soggetti poco aggressivi (Francesco e altri, 1993).
Alcune ricerche rivolte genericamente ai pesci di altre specie. Hanno ampiamente dimostrato una correlazione negativa tra la presenza di questo ormone (11-chetotestosterone) e il cortisolo, un ormone che viene prodotto in situazioni di stress, come può essere un combattimento tra conspecifici, (Pickeringetal 1987; Pottinger et al., 1996). Questo è uno dei motivi per cui non è opportuno far convivere più maschi insieme anche quando non arrivano ad uccidersi.
Anche le femmine, è stato ampiamente dimostrato che, non amano stare in presenza dei maschi. Ad esempio, osservazioni scientifiche hanno dimostrato che, se una femmina di Betta può scegliere, sceglierà di vivere in solitudine piuttosto che con un maschio (Snekser et al., 2006). E’ stato osservato come in presenza di un maschio anche in natura la femmina si nasconde manifestando timore o timidezza (Bronstein, 1982).
Lo stesso Snekser. Ha rilevato come le femmine, in più occasioni, fossero disposte ad aggregarsi in maniera del tutto naturale, in una pacifica convivenza in piccoli gruppi di 3 femmine, piuttosto che con un maschio (Snekser et al., 2006). Questa è anche l’esperienza di chi come me alleva questo piccolo teppista ormai da qualche decennio.
da acquariofilia a piscifilia
L’acquariologia commerciale tenta sempre di proporre il Betta come un pesce da comunità. Ma la realtà documentale dice ben altro sull’aggressività del Betta splendens.
Sono stati documentate aggressioni del Betta verso innumerevoli altri pesci, sia più piccoli che ben più grandi di lui. Ad esempio Jhonson e Peeke hanno documentato aggressività del Betta fino a veri e propri attacchi ad altre specie (Johnson e Peeke, 1972; Johnson e Johnson, 1973; Miley e Burack, 1977).
Scrivono ad esempio di un attacco documentato verso il Corydoras reticulatus. Sempre il medesimo studio documenta combattimenti durati fino ad un ora con pesci aggressivi e di stazza ben superiore alla loro. Come il Macropodus opercularis e anche Trichogaster lalius, conosciuto come gurami nano.
Dunque un vero pittbull di acqua dolce il nostro piccolo teppista che, nonostante secoli di domesticazione, ed aimè di abusi, mantiene dignità, coraggio e fierezza.
Personalmente penso che i pesci in genere e il Betta nello specifico. Meritano di essere trattati con rispetto. Rispetto significa in questo caso, dargli una vita dignitosa, soddisfacente, nel rispetto delle sue caratteristiche naturali, non abusando della sua fierezza e del suo coraggio.
Forse dovremmo imparare a parlare piuttosto che di acquario-filia ( dal Latino aquarium sinonimo di cisterna, contenitore d’acqua e filia amore, quindi amore per l’acquario) di pisci-filia ( dal latino piscis cioè pesci e filia , quindi amore per i pesci) forse l’uso di una nuova parola, piscifilia appunto, può aiutare il cambio di mentalità che porta dalla gestione appassionata di un oggetto, l’acquario, alla gestione amorevole di un essere vivente come il Betta.
Un piccolo pesce come il Betta, se andiamo oltre il suo stereotipo commerciale. Può insegnarci il significato di convivenza e rispetto intraspecie, insegnandoci ad essere un po’ più pisciofili e meno acquariofili.